Dopo quanto tempo si scarica un’auto elettrica ferma?

Cosa contribuisce a scaricare un’auto elettrica da ferma e cosa possiamo fare per ottimizzare il consumo? Sul Blog di Free To X rispondiamo a questa domanda. 

Dopo quanto tempo un’auto elettrica si scarica da ferma? 

 

Le moderne batterie al Litio – di per sé – non si presentano la famosa “autoscarica”, ovvero la tendenza a perdere carica elettrica in funzione del tempo. Questo perché le moderne chimiche (tecnicamente chiamate “ricette”) sono molto stabili, dunque, mantengono il livello di carica per molto tempo, mesi, o anche anni. Le auto elettriche però, lasciate in sosta molto prolungata, mantengono lo stesso lo stato di carica invariato? Questa è una delle domande lecite che sorgono tra chi possiede o sta considerando di acquistare un’auto elettrica riguarda l’autonomia non soltanto durante l’uso, ma soprattutto nei periodi di fermo prolungato.  

Quanto può rimanere parcheggiata, quindi, una vettura elettrica senza che la batteria si scarichi completamente? 

 

Autoscarica delle batterie al litio: cosa significa? 

 

Per rispondere alla domanda, bisogna chiarire il concetto di “autoscarica”.  

Ogni tipo di batteria, comprese quelle agli ioni di litio utilizzate nelle auto elettriche moderne, perde lentamente parte della carica anche quando non è utilizzata. Questo fenomeno è naturale e prende il nome appunto di autoscarica. Per le batterie al litio, tuttavia, questa perdita è particolarmente contenuta: si stima che possano perdere mediamente tra l’1% e il 3% della loro capacità totale al mese, dipendendo da temperatura ambiente, stato di carica iniziale e qualità delle celle. 

Per comprendere a fondo come e perché un’auto elettrica perda energia durante il periodo di sosta, è importante conoscere come le batterie ad alta tensione (generalmente 400V o 800Vcc ovvero in corrente continua) alimentano i sistemi dell’auto, che funzionano invece solitamente a 12V o 24V. Questa conversione, infatti, avviene attraverso un dispositivo chiamato convertitore DC-DC, o stepdown. 

 

Cos’è e a cosa serve il convertitore DC-DC nelle auto elettriche 

 

Il convertitore DC-DC ha il compito fondamentale di trasformare la tensione proveniente dalla batteria principale ad (impropriamente detta “ad alta tensione”) in una tensione più bassa (appunto solitamente 12V), necessaria per alimentare i sistemi di bordo tradizionali, come luci, elettronica, infotainment, centraline e connessioni telematiche. Questo sistema sostituisce in pratica il ruolo dell’alternatore nelle auto con motore a combustione. 

Il motivo per cui viene utilizzata una tensione di 12V è legato alla compatibilità con i componenti elettronici standardizzati presenti nel settore automobilistico, mantenendo così una coerenza e un contenimento dei costi nella produzione e nella manutenzione. 

 

Perché un’auto elettrica ferma continua a consumare energia? 

 

Una volta che abbiamo chiarito il ruolo del convertitore DC-DC, diventa più semplice capire perché anche da spenta un’auto elettrica continui a consumare energia.  

Le moderne auto elettriche, come del resto tutte le auto moderne, sono quasi sempre “connesse”. Questa connessione permanente consente funzionalità come aggiornamenti OTA (Over-the-Air), controllo remoto tramite app e sistemi di sicurezza e diagnostica a distanza 

Tutti questi sistemi, seppur in misura limitata, consumano energia anche quando la vettura non è utilizzata. Immaginate lunghe soste dovute ad un periodo di vacanza molto lungo o per un cambio auto. In questo caso più che di autoscarica parleremo di scarica dovuta ai servizi accessori, come i modem per la connessione ed altri sistemi ausiliari. 

 

Sistemi ausiliari che contribuiscono al consumo dell’energia di un’auto elettrica 

 

L’auto elettrica consuma energia anche per climatizzare le batterie, assicurando che restino entro un intervallo termico ideale per preservarne l’efficienza e la durata, oltre che la potenza di ricarica e la potenza erogata in accelerazione.  

La climatizzazione può essere passiva o attiva: la climatizzazione passiva utilizza l’isolamento termico e il design del pacco batterie per ridurre le variazioni di temperatura, mentre la climatizzazione attiva impiega sistemi di riscaldamento o raffreddamento alimentati elettricamente, che possono essere climatizzatori classici e dunque poco efficienti (fino ad arrivare a classici riscaldatori a resistenza) o addirittura efficienti pompe di calore.  

La climatizzazione attiva generalmente consuma più energia rispetto a quella passiva. Anche il tipo di chimica delle batterie può influenzare questo consumo: ad esempio, le batterie LFP (Litio-Ferro-Fosfato) richiedono solitamente una maggiore attenzione alla climatizzazione attiva rispetto alle batterie con chimica NCA o NMC. 

Questo consumo energetico costante, noto come “consumo fantasma” o “vampire drain“, può variare significativamente tra i modelli e le marche, ma generalmente si aggira intorno all’1-2% al giorno per la maggior parte delle vetture elettriche moderne. Pertanto, se un’auto viene parcheggiata con il 50% di carica, dopo un mese potrebbe ritrovarsi con circa il 20-30% di carica residua, combinando sia l’autoscarica della batteria che il consumo dei sistemi connessi e della climatizzazione delle batterie. 

 

Come minimizzare il consumo della batteria della tua auto elettrica durante soste prolungate? 

 

Ci sono alcune semplici strategie che aiutano a ridurre al minimo questo fenomeno: 

  1. Lasciare l’auto connessa alla presa: mantenendo la connessione alla rete elettrica, l’auto può compensare periodicamente il consumo energetico ed evitare scariche profonde. 
  2. Spegnere del tutto l’auto: molte auto permettono di disattivare completamente i sistemi elettronici e le connessioni remote, riducendo drasticamente il consumo. 
  3. Impostare modalità risparmio energetico: molte auto elettriche hanno impostazioni specifiche per periodi di inattività prolungata. 
  4. Parcheggiare in ambienti con temperature moderate: temperature estremamente alte o basse aumentano il consumo e accelerano l’autoscarica. 
  5. Mantenere un livello di carica adeguato: lasciare l’auto con una carica tra il 50% e l’80% è ottimale per preservare la batteria nel lungo periodo. 

 

Conclusioni 

 

L’auto elettrica, nonostante consumi energia anche quando ferma, presenta un’autoscarica naturale delle batterie piuttosto contenuta, compensata dai grandi benefici di efficienza elettrica durante l’uso quotidiano. Comprendere come gestire e minimizzare i consumi durante le soste prolungate permette ai possessori di auto elettriche di sfruttare appieno i vantaggi di questa tecnologia in rapida trasformazione, preservando l’autonomia e la longevità delle batterie. 

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